Cosa determina il prezzo delle traduzioni

A determinare il prezzo di mercato delle traduzioni è un insieme di fattori molto complesso. Perché il lavoro di un traduttore che traduce verso l’italiano è riconosciuto la metà di quello di un traduttore che lavora, ad esempio, verso il tedesco?

Per restare nell’esempio: il mercato di lingua tedesca è popolato da circa cento milioni di persone (ottanta milioni solo in Germania). Pur essendo distribuite in diverse Nazioni e culture, le persone di lingua tedesca sono accomunate da un benessere economico piuttosto uniforme, sono generalmente attente alla qualità e pronte a lamentarsi se acquistano qualcosa che non corrisponde alle promesse del venditore. Le aziende che operano sui mercati di lingua tedesca, di conseguenza, sono disposte a spendere per avere buone traduzioni: il costo si giustifica con il gran numero di potenziali acquirenti e con il rischio di dover convenire in giudizi per danni, o di subire denunce dalle associazioni dei consumatori. Anche per questo motivo tutti i traduttori tedeschi di un certo livello hanno un’assicurazione di responsabilità civile professionale, considerata la facilità con la quale si può essere contestati per vie giudiziali.

Per quanto concerne la lingua italiana, il quadro è molto meno forte. Se si escludono il Canton Ticino, la Repubblica di San Marino e le minoranze italofone di Slovenia e Croazia, la pressoché totalità dei parlanti italiano si trova in Italia. La Penisola conta circa sessanta milioni di abitanti, ma quelli realmente interessanti per il mercato internazionale sono concentrati nelle regioni settentrionali e in pochi agglomerati urbani del centro-sud. Ciò riduce di molto i numeri del mercato.

D’altra parte, il consumatore italiano medio è poco attento alla qualità delle traduzioni. Inoltre, chi volesse elevare una protesta formale perché il manuale del ventilatore appena acquistato è incomprensibile o perché un affare è sfumato a causa di un contratto tradotto male, le procedure legali in Italia sono talmente estenuanti che si preferisce rinunciare in partenza. Gli stimoli ad investire nella qualità delle traduzioni, pertanto, sono molto inferiori di quelli esistenti in altri Paesi. Perché pagare per dare traduzioni di qualità a clienti che comunque non si lamentano mai?

Queste sono alcune ragioni, di carattere sistemico e macroeconomico. Ve ne sono altre, di carattere microeconomico, alle quali sarà dedicato un prossimo articolo.

 

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Il traduttore perito esperto

Le Camere di Commercio italiane gestiscono un albo dei traduttori chiamati “periti esperti”. Un’apposita commissione verifica titoli ed esperienza dei traduttori che si candidano alla qualifica e, in presenza di requisiti sufficienti, ne iscrive il nominativo in un apposito registro: la Camera di Commercio mette poi i nominativi dell’albo a disposizione come consulenti tecnici su richiesta di vari Enti (ad esempio, Tribunali, sedi arbitrali o altre istituzioni) allorché, per dirimere una controversia o in qualunque altra circostanza ufficiale, sia richiesto un perito con una specifica competenza linguistica.

L’iscrizione all’albo dei periti esperti non va confusa con l’iscrizione a un albo professionale tout court, che, lo ricordiamo, non esiste né in Italia, né in Svizzera. L’iscrizione all’albo dei periti esperti prova unicamente che la qualificazione professionale del traduttore è stata verificata dalla Camera di Commercio: non conferisce al traduttore né poteri giudicanti né la qualifica di pubblico ufficiale. Il ruolo di perito esperto non ha nulla a che vedere con l’essere traduttori giuridici o con l’asseverazione e legalizzazione delle traduzioni (si vedano a questo proposito i contributi specifici).

Per richiedere l’iscrizione all’albo dei periti esperti è necessario rivolgersi all’apposito sportello presso la Camera di Commercio competente per il proprio territorio. Sono richiesti, oltre alla compilazione di un modulo di domanda e al versamento di un diritto d’ufficio, titoli di studio e di esperienza professionale sufficienti a illustrare la propria qualificazione come traduttori. Quanti più titoli si presentano (laurea, titoli esteri, corsi di perfezionamento, pubblicazioni, attestati di attività svolta) tanto più la candidatura avrà possibilità di essere accolta. Molto apprezzati, fra le esperienze professionali, eventuali incarichi ricevuti da Enti pubblici. Il candidato può non essere cittadino italiano, ma deve risiedere in Italia.

La durata dell’iter può essere piuttosto lunga, poiché in alcune sedi la commissione di valutazione si riunisce a intervalli molto dilatati. Al termine, la Camera di Commercio comunica se la candidatura è stata accettata o respinta. Poiché le regolamentazioni possono variare da una Camera di Commercio all’altra  chi aspira al ruolo di perito esperto farà senz’altro bene a raccogliere le informazioni di dettaglio presso la Camera più vicina.

Molti traduttori aspirano a iscriversi all’albo dei periti esperti per arricchire la propria immagine di una qualifica in più, ritenendo che ciò possa comportare anche un maggior riconoscimento economico. Non vi è dubbio che verso i potenziali clienti l’iscrizione a un albo presso una Camera di Commercio rafforzi l’immagine del traduttore. E’ bene sottolineare anche qui, però, che agire come traduttori o interpreti in circostanze ufficiali comporta tutte le responsabilità connesse all’accertamento di una verità in un contesto giudiziale. Quanto al riconoscimento economico, va ricordato che esso dipende non dall’iscrizione a questo o quell’albo  ma dalle qualificazioni del traduttore e dalla sua capacità di valorizzarle, oltre che da fattori macroeconomici .

 

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